Enrico Magni e il suo nuovo romanzo: Incontro

MAGNIIncontro è il nuovo romanzo di Enrico Magni edito da Segmenti Editore. La storia di un incontro tra due estranei.
Sullo sfondo compare la resistenza francese del 1943, gli anni sessanta, il conflitto generazionale, i cupi anni settanta, la solitudine di un poeta e di una giovane professoressa d'arte. 
Una storia d'amore particolare.

Abbiamo chiesto all'autore di raccontarci come è nato il romanzo, chi è il protagonista, quali temi vengono trattati.

incontro enricomagniD. Come e quando è nato il romanzo Incontro?
R. La prima rozza bozza è nata dalle conversazioni con il mio amico ingegnere e fisico. Si discuteva  della materia, delle stelle, degli atomi e della nostra storia. Il testo rimase fermo per anni. Lo ripresi per farne un racconto sui passaggi storici della fine del novecento. Per altri anni è stato nel cassetto. Nel frattempo visitai la Normandia, i luoghi dello sbarco, i cimiteri di croci infiniti. Lì c'erano persone che avevano creduto in un mondo e in un'Europa libera dal nazismo. Quelle croci mi ricordavano il Campo di Concentramento di Mauthausen, Auschwitz, Sachsenhausen, Bergen-belsen.  Mi rievocarono  il piccolo cimitero dei soldati della Prima e Seconda guerra Mondiale di Mauthausen dove ci sono le ossa del fratello di mia madre. Quelle terre di alta e bassa marea mi affascinarono. Ho ripreso in mano le varie stesure per riscrivere il tutto da solo due o tre anni.  

D. Perché si intitola così?
R. Il romanzo inizia con l'incontro tra due estranei. L'origine della materia, della vita biologica, psicologica e sociale si sviluppano solo se c'è un incontro tra due o più elementi. L'incontro permette di costruire storie. Così prende avvio il romanzo.

D. Un libro che abbraccia anni fondamentali della nostra storia, che cosa ha rappresentato raccontarla attraverso ricordi?
R. È una microstoria che si confronta con quello che accade su scenari più ampi perché la persona vive la sensazione ambivalente di essere dentro e fuori dalla piccola e dalla grande storia. Sono storie che cercano di disegnare su uno schermo i vari accadimenti che vanno dalla guerra di liberazione alla fine del secolo. Anni complessi, tormentati ma carichi di energia vitale e di immaginazione per un sociale più democratico.

D. Chi è il protagonista del romanzo?
R. Non c'è una soggettivizazione  dei protagonisti. Sono le storie, i frammenti di vita narrati ad essere  gli elementi di riferimento. È la microstoria a narrarsi.

D. Chi è la voce narrante?
R. Non è un narrato in prima persona o in terza persona. Paradossalmente non c'è o non vorrebbe esserci la voce del narrante; il narrante è sempre Altro dal narrato.
È sempre un terzo che narra le vicende dell'uno o dell'altro. Le storie costruiscono una mappa tridimensionale alterando la concezione della linearità degli accadimenti perché sono soggette a giochi associativi che uniscono e scardinano  gli accostamenti fattuali.

magni2D. Nel tratteggiare i profili dei personaggi ha inserito elementi autobiografici, esperienze vissute in prima persona o ascoltate da altri?
R. Il romanzo è il prodotto di tanti elementi che si confrontano con l'immaginazione, con la fantasia e la dislocazione di fattori anche autobiografici ma non solo.

D. Enrico Magni scrittore e psicoterapeuta: la sua professione ha influenzato il racconto?
R. Questa domanda mi riporta ai romanzi, poesie e racconti di Mario Tobino, psichiatra di Lucca, che ha scritto dei testi stupendi carichi di voci di allucinati che raccoglieva dentro il manicomio.
È difficile separare le due cose, però ho cercato di allontanarmi il più possibile dall'essere uno psicoterapeuta, anche se ci sono dei frammenti che sono raccontati sul lettino analitico, ma anche questo è stato uno modo metaforico per narrare un pezzo di storia.

D. Ricorre spesso un elemento, qualcosa di incompiuto, storie d'amore finite troppo presto e il “non detto” che ciò comporta, cosa vuol significare?
R. Si, è vero, fa parte di un modo d'essere del Novecento che si differenzia dal mondo globale del nuovo secolo dove tutto è gettato nella rete ed è plasmato con acqua  detergente per dare il senso della leggerezza.
Ci sono cose che restano sospese e taciono nel profondo. Non è detto che l'analista debba sapere tutto di quello che passa nella testa  dell'analizzato.
Ognuno tragga dal non detto, da l'incompiuto qualcosa. Sarà il lettore a rispondere a queste domande e ad altre ancora. Lo scrittore è Altro da quello che ha scritto. Il romanzo Incontro vivrà se incontrerà lettori che lo suggeriranno ad altri.

D. Quale messaggio vuole comunicare ai lettori?
R. La microstoria è un tassello che s'incastra con la macrostoria. Nell'infinitesimale c'è forse una forma di verità che riguarda l'esistere.
 
D. Perché ha deciso di pubblicare con Segmenti Editore?
R. Perché sono convinto che sia indispensabile avere delle nuove case editrici che propongano qualcosa che sappia di fresco e siano indipendenti. È una sfida.
Il compito dell'autore è quello di scrivere,  quello dell'editore è di promuovere il suo prodotto evitando di cadere nella massificazione omologante e plasmante del mercato.   
Auguro a Segmenti Editore di imporsi sul mercato senza scivolare nel vacuo, promuovendo nuovi autori e stili.

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