giorgio carnevaleLo scorso venerdì 10 giugno presso la Libreria Feltrinelli di Pescara Segmenti Editore ha incontrato per la prima volta il pubblico, intervenuto numeroso per conoscere la nuova casa editrice e assistere alla presentazione del primo volume del catalogo: "Mio Padre" di Giorgio Carnevale.

CARNEVALE2Dopo i saluti dell'editore, il dott. Luigi Di Giuseppe, che ha  illustrato il piano editoriale della casa editrice hanno preso la parola Giorgio Carnevale e la relatrice la dott.ssa Ivana Siena che insieme hanno tenuto viva l'attenzione dei presenti riuscendo a rendere partecipe il pubblico delle vicende narrate e a rendere reali i personaggi con le loro storie i loro drammi le loro gioie ed emozioni.

Occasione imperdibile per intervistare l'autore sui contenuti del suo ultimo lavoro.

D. Ringraziamo Giorgio Carnevale per la cortesia che ci ha dimostrato, rispondendo alle nostre domande pochi minuti prima dell'inizio della presentazione. Che cosa ha ispirato la stesura di Mio padre?
R. Viviamo in un tempo in cui la figura maschile è particolarmente defilata e spesso inconsistente. Questa condizione comporta una difficile integrazione dell'identità nei nostri ragazzi che vagano alla ricerca di loro stessi spesso in modo confuso e ridondante. Cercano e non trovano. “Se gli uomini potessero scegliere ogni cosa da soli, per prima cosa vorrei il ritorno del padre”, afferma Telemaco. L’attesa di Telemaco sembra infinita, ma è l’attesa di un padre che manca, che è partito ma che deve tornare e un giorno tornerà.

D. Quanto ha influito sul romanzo la sua formazione?
R. Il nostro lavoro comporta inevitabilmente entrare in continuo contatto con le parti più intime di ogni donna e di ogni uomo. Cerchiamo, per quanto possibile, di aiutare i nostri pazienti a trovare dentro di sé quello che può farli crescere liberi.
Durante le terapie tante cose, inconsapevolmente, rimangono dentro il terapeuta "incustodite". Forse sono quelle che non riusciamo ad affrontare, forse quelle che non abbiamo risolto o semplicemente quelle che dovevano rimanere lì. Ecco, forse i racconti che scrivo sono un impasto di tutte queste cose, pezzi di storie, di drammi e di paure che nel corso degli anni sono rimaste nei miei pensieri.

carnevale 5D. Perché ha deciso di pubblicare con il nuovo marchio Segmenti Editore? Mio Padre è il primo romanzo pubblicato da Segmenti, è emozionato?
R. Sono emozionato ma anche onorato. Lo dico con sincerità. Inizialmente non avevo capito che sarebbe stato un evento così importante e coinvolgente. Pian piano, parlando, scrivendo e postando, ho capito che sarà un giorno da ricordare. "Mio Padre" trattiene un pezzo del mio cuore e di conseguenza l'entusiasmo di pubblicarlo è enorme. Se al mio entusiasmo si aggiunge quello dell'Editore e di tutti i ragazzi della Redazione è festa.
L'esperienza che ho fatto nel mondo dell'Editoria è modesta, probabilmente. Ma la mia libreria è piena di proposte di pubblicazione di Editori improvvisati e assolutamente incompetenti. Ho avuto modo di lavorare con Psiconline e ora anche con il loro nuovo marchio Segmenti Editore e ho incontrato professionalità in tutti i sensi. Il tutto in un clima sereno e famigliare.
Sono emozionato, sì, ma mi ritengo anche molto fortunato.

D. Quali sono i personaggi del libro?
R. La protagonista è Gioia, una ragazza che scopre di essere stata adottata e dopo quindici anni parte alla ricerca dei suoi genitori in Colombia.
Daniela, la sua amica del cuore, che oltre ad aiutare Gioia nella sua ricerca, sarà il suo Angelo custode, la sua confidente e il suo alter-ego.
Il Dottor Rodriques, l'icona del medico di un paese senza tempo, vissuto in una primitiva clinica psichiatrica Colombiana dove si praticava l'elettroshock come si somministra oggi un comune ansiolitico.
Nonostante la sua anziana età e una vita trascorsa nella follia sa cos'è l'amore.
E infine Ettore che rappresenta l'amore non come salvezza, non come dimensione celestiale, ma quell'amore fatto di piccole cose, anche di dolore.

D. Quale personaggio la interessa di più e a quale è più legato?
R. Gioia è naturalmente il personaggio su cui ho costruito la storia. Non posso che amarla e rimarrà sempre nel mio cuore.
Quello che mi affascina di più è il dottor Rodriques. Non è un protagonista effettivo ma da quando appare nel racconto rimane dietro ogni parola scritta. C'è sempre.

D. Gioia ha una personalità piuttosto complessa, perché è così tormentata?
R. I tormenti di Gioia sono quelli di una donna che ha praticamente tutto, su un piano materiale. Ma la cosa che non ha è la sua identità.
Le manca il contatto con quel tessuto emotivo che è il motore di tutto. La ricerca dei suoi genitori è la ricerca della vita.

D. Il libro è in effetti una storia d'amore nelle sue diverse sfaccettature, a chi consiglierebbe la lettura del romanzo?
R. È un romanzo intimista, tutto scritto in prima persona, con molti dialoghi interiori e non. L'amicizia tra Gioia e Daniela è quella che tutti vorremo avere, così come la forza e la determinazione di Gioia.
Alla fine è un racconto che fa bene, ma non sarà un medicamento posticcio. Alimenta la speranza e con tutte le turbolenze quotidiane, alimenta la vita.
Probabilmente è un romanzo che piacerà alle donne, perché Gioia è una donna. Ma al contempo la figura del padre e il suo incontro rappresentano per la protagonista il ritrovamento di se stessa. Per cui penso che qualsiasi padre, qualsiasi nonno, qualsiasi uomo possa emozionarsi incontrando i personaggi del racconto.
Le persone che hanno letto la bozza del libro hanno detto molte cose. Belle, brutte, ecc. Ma un'amica che non è mai stata morbida nei giudizi, mi ha detto: "Se non l'avessi saputo avrei pensato a un'autore donna. Perché è difficile trovare un uomo che riesca a raccontare in questo modo così intimo il vissuto di una donna". Ho raccolto il complimento, ovviamente (ammesso che lo sia :)
Ma probabilmente con questo racconto voglio sfatare due luoghi comuni: il primo è che gli uomini non capiscono le donne e il secondo che le donne sono incomprensibili.

D. Potrebbe essere interessante per un adolescente che comincia a scoprire se stesso?
R. Penso di sì, potrebbe essere un mezzo per aumentare la loro speranza. Per loro facciamo troppo poco, purtroppo. Molto su un piano pratico ma il livello di trascuratezza in cui li abbiamo lasciati e li lasciamo è imbarazzante. Lo dico da adulto e da Padre.
Sarebbe bello parlare con loro del racconto e conoscere i loro pensieri. Chissà...

D. Quale messaggio vuole dare?
R. Il messaggio l'ho dato, l'ho scritto e l'ho firmato:) "Oggiori", l'ultimo capitolo del libro, è in realtà l'anagramma del mio nome. In quelle poche pagine cerco di rappresentare la confusione, il disorientamento, la paura e insieme la voglia di vivere.
Gioia trova l'amore che non sarà la soluzione di tutto, ma sarà quella cosa che le permetterà di convivere con tutto: con le sue paure, con i suoi tormenti e con il suo amore.