È la narrazione di un incontro casuale.
Il romanzo inizia con l'incontro tra due estranei. Lei torna ogni estate nella casa che fu dello zio partigiano. Lì rivivono le vicende della guerra, ma anche la tristezza, la solitudine dello zio che fino alla morte aveva mantenuto vivo il ricordo della storia d'amore finita tragicamente e precocemente con la morte della sua compagna di vita e di lotte partigiane.
Lui è un turista incuriosito da quei luoghi ricchi di storia.
Sullo sfondo compare la resistenza francese del 1943, gli anni sessanta, il conflitto generazionale, i cupi anni settanta, la solitudine di un poeta e di una giovane professoressa d'arte.
La narrazione come la ragnatela tesse le vicende. La voce del narrante è il narrato stesso. I soggetti scompaiono per dare forma a scene che si animano e danno corpo a immagini istantanee su un palcoscenico senza tempo.
Luoghi, ombre e fantasmi fuoriescono dallo sfondo di uno squarcio di una tela tagliata con la lama della passione dominata dalla rêverie che impedisce al desiderio di catturare lo svelarsi del soggetto desiderante. Solo attraverso il racconto del narrato di un Altro, sempre di un altro, il poeta e la professoressa si conosceranno, però non ci sarà un futuro incontro. La notte anticiperà il giorno.
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Mio Padre è la storia di Gioia che all’età di quindici anni, in seguito a un grave incidente, viene sottoposta a un trapianto di un rene e nella circostanza scopre di essere stata adottata. Superata la convalescenza, non è più “la calma Gioia” che tutti conoscevano. Diventa dura con la vita e affronta in modo maniacale ogni cosa. Ottiene il massimo dei voti a scuola, si laurea velocemente, vince un dottorato negli Stati Uniti e presto collabora alla realizzazione di un importane talk show. Le sue competenze e professionalità sono sorprendenti, ma su un piano personale, emotivo e relazionale, dal giorno dell’incidente, non vive più. Un episodio accidentale farà saltare il suoi "equilibri" maniacali e con la stessa determinazione di sempre decide di andare a cercare i genitori naturali che scopre essere colombiani. Nell'orfanotrofio “Vivir la Vida”, dove è stata affidata alla nascita, scopre che sua Madre è morta durante il parto e suo Padre è stato ricoverato in una clinica psichiatrica nelle vicinanze. Dopo trentuno anni è ancora lì, in una specie di vecchio manicomio, dove elettroshock e pesanti terapie farmacologiche l’hanno confinato in una dimensione di non vita, di non morte. Il susseguirsi degli incontri con il Padre ammorbidiscono il cuore di Gioia, ma portano alla luce tutti i fantasmi nascosti dalla sua maniacalità. Lentamente, con l’aiuto di Ettore un medico italiano, il Padre rientra al mondo, ma la sua memoria è gravemente compromessa. Scaldandosi il cuore, l’amore diventa possibile e con Ettore nasce un profondo sentimento alimentato dal progetto di portare il Padre in Italia. Le cose non andranno esattamente come previsto ma Gioia riuscirà comunque a riprendersi la propria vita e assaporare il profumo del suo amore.
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"Camminava scalza sulla spiaggia deserta, assaporava il profumo di salgemma, le impronte lasciate dalla pianta del piede venivano cancellate con i ricordi e i pensieri trasformati in cristalli. L’acqua affogava tutto. La camminata lenta plasmava il movimento dei fianchi, l’umidità dell’aria
liberava i capelli. Il sottile filo all’orizzonte e lo scivoloso pomeriggio d’autunno preannunciavano l’ombra precoce della memoria. Le barche dei pescatori stavano sdraiate sulla riva, in attesa di rituffarsi e prendere il largo per sfidare le insidie del mare. I gusci sparsi delle conchiglie ossificate nella sabbia evitavano di ferirla mentre percorreva il tratto insidioso. Era ritornata per riascoltare le voci e riavvolgere le sensazioni dell’infanzia, per staccarsi dalla
realtà tumultuosa e contorta in cui era immersa".
È una storia da cui emerge un ritratto crudo di un male che non dà tregua, che devasta e alimenta quel conflitto che demolisce la mente inghiottendola in un vortice senza fine.
Lorenzo, assieme alla mamma, vive nel terrore di un padre violento. L'orrore in casa gli provoca un forte disagio che affronta con la psicoterapia, un percorso che non abbandonerà mai. Cerca in tutti i modi di allontanare quella figura che di paterno non ha nulla e che non ha mai chiamato papà ma lui.
Myia, personaggio-persona del romanzo,intreccia una serie di conversazioni con Xenia, la propria scrittrice la quale, spesso,si rivolge anche ai suoi lettori.
La storia dell’incontro tra un uomo, a cui manca la voglia di lottare, e una donna che, dal baratro dell’indifferenza e dell’emarginazione, riuscirà a contagiarlo con la sua grande gioia di vivere.
Mark è un uomo dal passato difficile che conosce bene il significato di un’educazione rigida, la stessa che suo padre gli ha impresso sulla pelle tanti anni prima. Per combattere i suoi demoni ha deciso di isolarsi, ma il destino è in agguato e non potrà evitare che incroci quello della bestia che cambierà radicalmente il corso della sua vita.
È Gioia la protagonista di Mio Padre, il nuovo romanzo di Giorgio Carnevale, "un libro scorrevole e pieno di vissuti", come lo ha definito Ivana Siena (Psicologa e Psicoterapeuta) che ha presentato il romanzo insieme con l'autore presso la Libreria Feltrinelli di Pescara.
Pubblichiamo di seguito il dialogo su Mio Padre.
Le proposte editoriali ricevute negli ultimi mesi ci hanno davvero sorpreso, molti autori hanno scelto di affidarsi all'esperienza di Segmenti Editore marchio editoriale di Psiconline e noi ci siamo messi al lavoro per pubblicare nel più breve tempo possibile i prossimi romanzi, dopo la nostra prima pubblicazione che sarà presentata in anteprima il 10 giugno alla Libreria Feltrinelli di Pescara.
Gioia, all’età di quindici anni, in seguito a un grave incidente, viene sottoposta a un trapianto di un rene e nella circostanza scopre di essere stata adottata. Superata la convalescenza, non è più “la calma Gioia” che tutti conoscevano.
Diventa dura con la vita e affronta in modo maniacale ogni cosa. Ottiene il massimo dei voti a scuola, si laurea velocemente, vince un dottorato negli Stati Uniti e presto collabora alla realizzazione di un importane talk show.
Le sue competenze e professionalità sono sorprendenti, ma su un piano personale, emotivo e relazionale, dal giorno dell’incidente, non vive più. Un episodio accidentale farà saltare il suoi "equilibri" maniacali e con la stessa determinazione di sempre decide di andare a cercare i genitori naturali che scopre essere colombiani.